Cucina, viaggi e scrittura, il percorso sostenibile e consapevole di Francesca Giovannini

Oggigiorno si crede che i social siano luoghi virtuali della perdizione. Scrollando tra un reel e una storia, però, si riescono a scorgere ancora quelle realtà che sanno distinguersi per un impatto sulla vita all’insegna della consapevolezza e della bellezza. Francesca Giovannini, con la ventata di aria fresca che ogni giorno porta sugli schermi, è una di queste. Il suo progetto The Bluebird Kitchen aiuta i followers a sviluppare una mentalità sostenibile ed ecologica dal punto di vista culinario e nella vita quotidiana in generale, recuperando, riciclando e ricordando il vero valore delle cose.

La nascita di un progetto all’insegna della condivisione
Difficile racchiudere in una definizione la sfaccettata personalità di Francesca Giovannini. Solo chiedendole di parlare della sua storia si può arrivare a comprenderne meglio la sua essenza. “Ho aperto il mio blog, The Bluebird Kitchen, 10 anni fa e da allora non ho mai smesso di condividere le mie passioni, in primis per la cucina, che ben presto è diventato il mezzo per parlare di temi che esulano anche dal semplice mangiare, come quello della sostenibilità, ma anche per i viaggi, le piante, gli animali (vivo insieme ad un cane, un gatto, 9 anatre, 4 galli e 1 gallina)” dice a Vitae. “Negli anni sono cambiate le modalità in cui comunico. Quando ho iniziato, il blog era il mezzo di comunicazione che usavo perché il mondo dei social era agli albori, poi sono arrivati i video su YouTube, le foto su Instagram e ora un mix di tutto questo. Quello che non è mai cambiato però, è il mio desiderio di condivisione e l’urgenza che sento di dar voce ai miei pensieri, le mie riflessioni e il mio quotidiano fatto di semplicità”.

Il valore della sostenibilità nella vita quotidiana
Quando le si chiede cosa sia per lei la sostenibilità, la risposta giunge spontanea: “Io la vivo come la normalità, per me deve diventare la nuova quotidianità, è il motivo per cui non amo fare video dove ti ‘insegno‘ ad essere più sostenibile a parole, ma preferisco un approccio più sottile. Io ti mostro la mia quotidianità, che è fatta di scelte il più consapevoli possibile, pur essendo cosciente che la perfezione non può esistere nei contesti sociali in cui ormai siamo inseriti. Però, dal non fare nulla e vivere come se tutto fosse nostro e noi fossimo i padroni di tutto con risorse infinite, al cercare di trovare un equilibrio cercando di fare la nostra parte per non distruggere completamente il mondo in cui viviamo, ci sono un mare di semplici scelte che possiamo compiere quotidianamente”.

Il riuso e il riciclo in cucina
Il riuso degli scarti alimentari è un tema che spesso tratta. Questi prodotti molto spesso si rivelano alleati sia in cucina che nella vita di momento ogni giorno: “Spesso, sia in cucina, ma anche nella vita, andiamo con il pilota automatico. C’è stato un in cui io ho iniziato a farmi delle domande su quello che percepivo come ‘normale’ e mi sono resa conto che in realtà, per me non lo era affatto. Molti scarti che creiamo in cucina sono spesso legati a un passato che non esiste più, quando gli ortaggi che acquistavamo erano diversi, meno selezionati e quindi a volte più coriacei, in quel contesto poteva aver senso scartare il gambo del broccolo perché troppo fibroso e duro per essere mangiato”.
“Il mio primo consiglio è quello di rivalutare il concetto di scarto perché molto spesso non c’è bisogno di crearlo (le foglie e i gambi del broccolo sono buonissimi da mangiare, le carote non c’è bisogno di spuntarle da entrambi i lati, i gambi dei carciofi si possono mangiare senza problemi e così via). Il secondo consiglio invece è quello di pensarci inseriti all’interno di un ciclo, tutto in natura avviene affinché ciò che non serve più per una specifica cosa, diventa automaticamente l’elemento fondamentale per il passaggio successivo di quello stesso ciclo (ad esempio le foglie che cadono dagli alberi in autunno sono fondamentali per dare riparo ad insetti ed animali durante l’inverno, proteggono il terreno e servono a dare nutrimento allo stesso albero da cui provengono)”.
Corsi e percorsi di Francesca Giovannini
Per dare sostegno e un supporto materiale a questa sua filosofia di vita, Francesca ha deciso di creare dei percorsi di apprendimento. “Quando abbiamo tra le mani qualcosa che non ci serve più per quello scopo specifico, dovremmo pensare ‘come posso usarlo ancora’? Questo genere di ragionamento è stato anche quello alla base del progetto che ho realizzato insieme a Erika Bozzi, sui social Bacche Rosse , che si occupa di tinture naturali, insieme abbiamo creato un manuale dal titolo Cucina Tintoria che collegasse proprio gli scarti della cucina con la tintura naturale, perché ci siamo rese conto che quello che io ritenevo uno scarto, qualcosa di non più utilizzabile (come l’acqua di cottura dei fagioli neri o le bucce e i noccioli di avocado o i fondi del caffè), per lei in realtà erano i punti di partenza per creare colori con cui dipingere tessuti, carta e altri materiali”.
“Amo il concetto di ciclicità e di stagione e quindi i miei corsi di cucina hanno preso il nome delle stagioni, per ora sono usciti Inverno ed Estate, tra la fine di quest’anno e l’inizio del prossimo usciranno anche Autunno e Primavera. Ogni stagione ha la sua energia, l’Inverno per me è la stagione più introspettiva, dove si mettono le basi per poi poter sbocciare e rinascere in Primavera, motivo per cui ho deciso di abbinare questa stagione ad un percorso che, in modo pratico, senza giudizio e nel rispetto dei tempi di ciascuno, ti aiuti a ridurre il consumo di prodotti di origine animale nella propria quotidianità. L’obiettivo non deve essere quello di diventare vegetariani o vegani ma semplicemente iniziare a ridurre il consumo di carne, pesce, uova e latticini. Estate è un’ode all’abbondanza che caratterizza questa stagione che però spesso ci vede privi di energie e voglia di stare in cucina per via del caldo o del desiderio di passare più tempo all’aria aperta. Ci sono anche consigli di meal prep e strumenti che ci aiutano ad essere meglio organizzati in cucina così da avere più tempo per goderci la stagione”.

Una cucina sostenibile a tutto tondo
La cucina sostenibile non è solo alimentazione, ma include anche utensili, elementi d’arredo e prodotti per la pulizia. “Io cerco di essere quanto più essenziale possibile in cucina, pochi utensili ma di buona qualità, in grado di durare a vita o quasi, che si possano aggiustare o ripristinare facilmente. Anche la dispensa per me è composta da pochi elementi, ma ben selezionati ed in grado di costruire molti piatti deliziosi, in questo modo è più facile tenere d’occhio quello che si ha ed evitare che possa scadere o andare a male, evitando quindi sprechi inutili. Questi, secondo me, sono i punti base che sono accessibili a tutti, indipendentemente dal contesto in cui si vive (grande città, campagna, periferia) e dal tipo di impegni giornalieri che si hanno. Poi, da qui ci si può spingere anche oltre passando a delle routine di autoproduzione così da creare in casa direttamente quello di cui abbiamo bisogno, settimanalmente o mensilmente, come pane, conserve, fermentati, detergenti, eccetera”.
Ci sono anche ricette e preparazioni a cui Francesca è più affezionata: “Penso siano quelle legate ai lievitati perché è qualcosa che nella mia famiglia mai nessuno ha provato a fare, e che io stessa vedevo come qualcosa di irraggiungibile e “difficile”. Mentre per quanto riguarda il mio stile in cucina lo definirei semplice, accessibile ma non banale, cerco sempre di aggiungere un tocco i più che renda il piatto memorabile e pieno di sapore. A nessuno piacciono i piatti insipidi e tristi”.

Tra viaggi e libri: l’essenza di The Bluebird Kitchen
I viaggi sono una componente importante della vita di Francesca. Come si affronta il lato gastronomico in giro per il mondo? “Con molta curiosità, apertura e desiderio di scoperta e di conoscenza e quando posso, cerco di conoscere non la cucina dei ristoranti ma quella delle case, della quotidianità delle persone, che è molto diversa. Non sempre mangio i piatti tipici di quel determinato posto perché sono vegetariana e quindi non sempre trovo piatti che scelgo di mangiare. Anche in questo caso, non giudico mai e anzi, cerco di captare l’essenza di quelle cucine, le spezie, i metodi di cottura, le abitudini e le usanze che si celano dietro a quei piatti, così da poi cercare di portarli a casa con me e applicarli nella mia cucina”.
Viaggi che hanno ispirato la scrittura del primo libro. “Cucina Essenziale è un po’ il mio manifesto, è stato il primo libro e per me è ancora attuale. È stato bello poterlo scrivere perché mi ha permesso di fermare e ragionare sull’evoluzione della mia cucina e che cosa il cibo sia diventato davvero per me nel corso degli anni. Oltre alle ricette si parla anche molto dei temi che ho affrontando rispondendo a queste domande”.
Dall’unione tra i viaggi e la cucina è nato un altro dei libri che Francesca ha scritto. “Cucina on the road è in un certo senso il capitolo successivo. Per tanti anni ho viaggiato in furgone (per un periodo della mia vita ci ho anche vissuto) quindi per me il cucinare con un solo fornello a disposizione e lontano dalle comodità di una cucina, è qualcosa che mi viene naturale. In quel libro ho raccontato quello che ho imparato in tutti questi anni, le ricette si fanno usando pochissimi utensili e sporcando poco, perché soprattutto quando si è in furgone, le risorse sono molto limitate e quindi il loro risparmio assume un significato ancora più importante”.
In un percorso sempre in costante evoluzione, chissà cosa potrà riservare il futuro.
