Salone del Vino di Torino, un successo assoluto

L’AIS ha preso parte alla terza edizione del celebre evento torinese, facendo conoscere al pubblico tutte le aree della regione subalpina, soprattutto quelle meno note.
Una regione: il Piemonte. Una piccola capitale europea circondata dalle Alpi e dalle verdi colline: Torino. Un prodotto di punta della cultura italiana, piemontese in particolar modo: il vino. Tre fattori che danno origine a un trinomio sempre più indissolubile, il cui risultato è (e sarà) riconducibile a una sola parola: eccellenza. Un’eccellenza denominata “Salone del Vino – Torino”, che quest’anno raggiunge la sua terza edizione, battendo tutti i record possibili, con oltre tredicimila ingressi, di cui circa duemila che hanno preso parte alle masterclass organizzate anche dall’AIS, con l’obiettivo di trasmettere competenza e passione sia a chi è già degustatore, ma anche a chi si avvicina in questo nostro “mondo”.

Protagonista la viticoltura piemontese
Per la prima volta l’evento si è svolto all’interno delle OGR (Officine Grandi Riparazioni), ex complesso industriale ottocentesco, situato nell’elegante quartiere della Crocetta, che da diversi anni ospita numerosi eventi culturali sia italiani che internazionali. Questa terza edizione ha permesso a molti produttori, soprattutto di zone meno conosciute rispetto alle celeberrime Langhe, di farsi conoscere agli occhi di un pubblico proveniente da tutta la penisola, dando nuovamente alla città di Torino quel fascino di capitale capace di attrarre curiosi da zone sia vicine che lontane.
Un successo che ha visto come protagoniste alcune DOC e DOCG come Collina Torinese DOC, il Canavese DOC, la Freisa di Chieri DOC, l’Erbaluce di Caluso DOCG, il Dolcetto di Ovada DOC e altre piccole aree delle otto province piemontesi che, grazie all’aiuto dei nostri sommelier, hanno ricevuto ottimi feedback e aperto gli occhi a un’altra faccia della viticoltura piemontese.

La soddisfazione degli organizzatori
Soddisfatto il direttore Patrizio Anisio: “Il Salone del Vino Torino 2025, alla sua terza edizione, supera le aspettative sia nei passaggi di persone che per gli iscritti alle masterclass: segno di quanto il pubblico apprezzi conoscere le cantine del territorio di tutta la regione Piemonte”.
I sommelier AIS hanno anche avuto di collaborare con gli studenti dell’Istituto Professionale Statale “G. Colombatto”, i quali, essendo futuri addetti ai servizi per l’enogastronomia e l’ospitalità alberghiera, si sono occupati di preparare delle piccole pietanze da mettere in abbinamento ai calici in degustazione, oltre ad aiutare gli esperti a svolgere delle piccole mansioni basilari.
Particolare interesse si è registrato nell’area della provincia torinese rappresentata dai sommelier AIS Davide Rigamonti e Luca Chialdo. I degustatori – entrambi allievi di Mauro Carosso – hanno messo illustrato diverse tipologie di Erbaluce di Caluso DOCG, di Rosso Canavese DOC e il Carema DOC.

Un focus sui territori: il Canavese
Siamo in un’area prevalentemente morenica, corridoio tra il Piemonte e la Valle d’Aosta, di cui l’anfiteatro morenico di Ivrea ne è la principale testimonianza. In questo territorio, circondato da massicci castelli, splendide chiese romaniche e barocche trovano la loro vocazione due importanti vitigni autoctoni, in particolare un bianco, l’erbaluce, da cui ha origine l’Erbaluce di Caluso DOCG.
La cantina che i sommelier AIS ci hanno presentato è l’azienda agricola Ilaria Salvetti, una piccola realtà familiare, i cui quattro ettari vitati si trovano proprio sulle colline sovrastanti l’Anfiteatro morenico del capoluogo canavesano. Una presenza, che forse potremmo definire testimonianza, di quanto influisca sul Caluso DOCG Spumante, 100% erbaluce, questa caratteristica geologica. Il vino in degustazione è uno spumante metodo classico e si presenta al nostro occhio con un colore giallo paglierino, con un perlage fine, numeroso e persistente. Al naso presenta delle note molto fini, aromi minerali, note di fiori bianchi come il gelsomino, ricordi di frutta a polpa bianca abbinati a una tostatura che ricorda la lievitazione del pane. Ritroviamo le note minerali tipiche di questi terreni all’assaggio, ma anche la sua spiccata acidità – dovuta sia alla vendemmia anticipata che al pH del terreno – conferma l’autoctonia di questo vitigno, capace di crescere e di dare il meglio di sé in questo territorio circoscritto. Un piccolo tocco di vivacità, unito a quella sensazione di crosta di pane appena sfornato, che possiamo percepire “masticando”, regala quel tocco di evoluzione che rende questo vino armonico e ideale per poter aprire una degustazione, magari con un buon salume e/o un Castelmagno.
A pochi chilometri di distanza sulla carta, ma nello stesso spazio del padiglione torinese troviamo un’altra realtà che vede nell’Erbaluce di Caluso DOCG il suo punto di forza: Laura Moreschini di Cascina Ceich. Questa realtà presentata dal sommelier Luca Chialdo ha presentato al pubblico il suo Laura Moreschini Caluso Spumante millesimato 2014, 100 mesi di riserva, con data di sboccatura settembre 2023. Si tratta di un Erbaluce molto differente da quello precedentemente provato: “Siamo in una realtà che si trova a circa 340 metri sul livello del mare. Le colline sono moreniche, i terreni hanno un pH molto acido e sono ricchi di sabbia e ciottoli – riporta Chialdo – caratteristiche che con l’olfatto e il gusto andremo a riscontrare. Ai nostri occhi il vino si presenta con un colore giallo paglierino intenso, un perlage fine e una spuma compatta. A naso, invece, troviamo delle note floreali che ne esaltano la purezza e il profumo. Il gusto, invece, vede un bel contrasto tra le morbidezze e le durezze riportando una spiccata mineralità e un’ampia persistenza gusto olfattiva che ne conferma il lungo invecchiamento”. Un vino pronto, per non dire maturo, ma che forse potrebbe esaltare ancora di più il nostro palato, magari con qualche mese di riserva in più e/o un buon antipasto di frutti di mare, con la mineralità che andrà a dominare ancor di più le nostre papille gustative.

Monferrato
Non solo Torino, ma anche Alessandria, nota per condividere con Asti il cuore del Monferrato, ha voluto dire la sua, soprattutto grazie a una coppia di cantinieri dell’Alto Monferrato. Si tratta di Franco Ivaldi e della moglie Cati, proprietari dell’Azienda Vitivinicola Franco Ivaldi di Cassine (AL). Questa realtà, che quest’anno compirà trent’anni, si trova su un rilievo collinare con terre bianche di natura calcareo-marnosa e particolarmente ricca di carbonato di calcio. Caratteristiche che nei suoi vini possiamo assolutamente riscontrare soprattutto nel Piemonte Albarossa e nella Barbera d’Asti “La Guerinotta”, che crescendo su un terreno di questo genere potrà regalare emozioni ancora più forti invecchiando.


Alta Langa
Ultima, ma non in ordine di preferenza, la masterclass a cui ha fatto da relatore il sommelier AIS Gianluca Annichino, spiegando ai partecipanti le eccellenze dell’Alta Langa, quella Langa, storica DOCG ove si producono le bollicine piemontesi per eccellenza con uve alloctone come il pinot Nero e lo chardonnay.
Una terza edizione di successo che avrà sicuramente portato fortuna a tutte queste realtà che speriamo presto di trovare nelle nostre degustazioni. Una terza edizione che vorremmo diventi presto quarta, magari con qualche mese di anticipo rispetto al consueto appuntamento annuale, anche se a breve, il 12 maggio, tra le mura di Palazzo Birago, in via Carlo Alberto 18, ci sarà una degustazione di bianchi della Torino DOC.


La foto di apertura è di Fabio Fistarol su Unsplash.